Nelle economie finanziarie, tutte fondate sul credito e sui beni immateriali, il sistema della responsabilità patrimoniale, previsto dall’art. 2740 c.c. come strumento di tutela dei rapporti obbligatori, è entrato in crisi, perché la cessazione dell’attività d’impresa riduce quasi a zero il valore dei beni aziendali (compresi gli eventuali immobili), ...
di Giuseppe Terranova, Professore emerito di Diritto commerciale nell'Università di Roma "La Sapienza"
L’articolo analizza il concordato in continuità aziendale, prendendo spunto dal panorama attuale per affrontare le soluzioni offerte dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, sia con riguardo alle fattispecie di continuità che con riguardo alla relativa disciplina. Particolare attenzione è dedicata al concordato con continuità ...
di Francesco D’Angelo, Professore associato di Diritto commerciale nell’Università di Firenze
La nuova disciplina del concordato preventivo detta requisiti stringenti sia per il concordato con continuità aziendale, sia per il concordato che il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza definisce «liquidatorio». Nell’articolo si sostiene che tra i due tipi di concordato vi sia spazio per un concordato con continuità aziendale ...
di Andrea Zorzi, Professore associato di Diritto commerciale nell’Università di Firenze
Lo scritto analizza la nuova disciplina dell’omologazione del concordato preventivo contenuta nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14), confrontandola con quella dettata dalla legge fallimentare. L’articolo si sofferma su alcuni profili di criticità della riforma e ipotizza possibili soluzioni interpretative. Particolare ...
di Gabriele Nuzzo, Ricercatore di Diritto commerciale nell’Università di Milano-Bicocca
Scopo di questo articolo è di indagare sulle questioni inerenti il regime di responsabilità per i debiti pregressi applicabile al cessionario di un’azienda bancaria sottoposta a risoluzione o ad una procedura ordinaria di insolvenza.
Gli artt. 2558, 2559 e 2560 c.c. e l’art. 58 t.u.b. definiscono in maniera esaustiva se ed in quali limiti il cessionario subentri nelle ...
di Luigi Scipione, Ricercatore di Diritto commerciale nell’Università di Napoli “Federico II”
Con l’ordinanza in commento la Corte di Cassazione interviene sul tema, già oggetto di un articolato dibattito dottrinale, dell’ambito operativo delle esenzioni da revocatoria previste dall’art. 67, 3° comma, L. Fall., con particolare riguardo all’ipotesi di un atto esecutivo di un accordo di ristrutturazione omologato ex art. 182-bis, L. ...
di Simone Francesco Marzo, Avvocato in Lecce e Roma
Il presente scritto è il frutto del tentativo di riportare a sistema, prendendo come spunto di riferimento la sentenza oggetto di commento ma senza disattendere alla necessità di una ricognizione ragionata delle tendenze evolutive presenti nella giurisprudenza ed in dottrina, le argomentazioni giuridiche e logiche poste a sostegno della tesi della tipicità ristretta dei ...
di Edoardo De Chiara, Dottore di ricerca nell’Università di Salerno
L’azione di responsabilità promossa dal curatore di un fallimento contro gli amministratori della società fallita evidenzia gli effetti distorsivi prodotti da una delega “incongruente” col sistema di gestione informata. La delega di proprie funzioni da parte del CdA deve essere tale da non alterare poteri, doveri e responsabilità, attribuiti dal legislatore ...
di Giovanni Mollo, Dottore di ricerca in Diritto Comune Patrimoniale
La nota di commento all’ordinanza Cass. n. 22208/2018 affronta il tema, estremamente vivo e dibattuto in dottrina come in giurisprudenza, concernente l’interpretazione dell’art. 2697 c.c. In questo contesto, la Suprema Corte si occupa di applicare l’onere della prova nello specifico ambito del procedimento di accertamento del passivo fallimentare, rimasto pressoché ...
di Francesco Fradeani. Ricercatore di Diritto processuale civile nell’Università di Macerata
La sentenza annotata affronta il tema dell’efficacia del decreto di esecutività dello stato passivo, in relazione alla sua inoppugnabilità in una sede diversa rispetto al procedimento fallimentare. Il Tribunale respinge l’azione promossa, poiché volta a contrastare la definitività del decreto che rende esecutivo lo stato passivo. Il saggio ripercorre il ...
di Giulia Serafin, Dottoranda di ricerca presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia