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Esdebitazione e meritevolezza: lineamenti di una ricerca per definire la condotta che “libera” dai debiti
Maria Margherita Lazzara, Ricercatore di Diritto dell’economia
Il lavoro prende le mosse dall’esigenza di identificare significato e funzione uniformi alle condizioni prescritte per l’esdebitazione. Il fine è quello di delineare un criterio unitario per l’utilizzo di siffatto istituto. Nel concetto di “meritevolezza” è ravvisabile un elemento di valutazione comune alle variegate ipotesi in cui la liberazione dai debiti consegue ad una procedura per comporre la crisi, l’insolvenza o il sovraindebitamento. Tale clausola identificativa di una precipua regola del diritto concorsuale, assurge oggi a presupposto per l’agire dell’imprenditore, del debitore e, più in generale, di tutte le “parti” coinvolte a vario titolo in situazioni d’indebitamento. La “meritevolezza” e l’esdebitazione sono i due binari paralleli sui quali procede l’analisi. L’A., attraverso il prisma di questo binomio, individua un criterio unitario che consente di individuare l’indebitamento meritevole di “rivalorizzazione” o di altre forme di tutela o, ancora di “emancipazione” e affrancazione. La meritevolezza da “dispositivo” finalizzato a scongiurare un utilizzo improprio delle procedure concorsuali diviene strumento per salvaguardare l’efficienza della garanzia patrimoniale le cui esternalità assicurano la “correttezza” dei mercati e consentono il governo dei canali di credito; in quanto tale consente poi un proficuo utilizzo dei rimedi pensati per la composizione dell’indebitamento “incolpevole”.
The work starts from the meaning and the function of “merit” in the context of insolvency law. The aim is to outline a rule for the use of such fee in the various hypotheses in which the release from debts follows to a procedure to settle the crisis, the insolvency or the over-indebtedness. Today this concept, identifying a main rule, is a prerequisite for the actions of entrepreneur, debtor and, more generally, all “subject” involved in debt situations. The “merit” (worthy) and the discharge are the two parallel tracks on which the analysis proceeds. The A., through the prism of this binomial, identifies a unitary rule that allows the identification of debt worthy of revaluation or other forms of protection or, even of release. The merit, from a rule aimed exclusively at avoiding misuse of bankruptcy procedures, becomes a tool for governing credit channels and markets fairness: it allows an efficient use of the legal remedies for the worthy indebtedness settlement.
Keywords: discharge – insolvency and discharge – Insolvency Code – unworthiness
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Sommario:
1. Introduzione - 2. Evoluzione e trasformazione dell’esdebitazione - 3. La meritevolezza quale requisito per la liberazione dell’imprenditore dai debiti residui - 4. Meritevolezza e “misura” del soddisfacimento dei creditori. (In-)sussistenza di una soglia “minima” di adempimento - 5. Rilevanza sistematica del periodo di riferimento temporale per valutare la meritevolezza - 6. L’esdebitazione nel nuovo Codice della Crisi: la disciplina degli artt. 278-283 c.c.i. - 7. La meritevolezza come clausola per il buon funzionamento del diritto della crisi, dell’insolvenza e del sovraindebitamento - NOTE
1. Introduzione
Il lavoro prende le mosse dall’esigenza di identificare significato e funzione della “meritevolezza” nel contesto del diritto concorsuale [1]. Il termine meritevolezza, non sempre esplicitato dal legislatore più recente, vuole essere in questa sede utilizzato quale concetto aperto o clausola nella quale sussumere i requisiti, soggettivi, oggettivi e procedimentali per ottenere l’esdebitazione [2]. Il fine è quello di delineare un criterio unitario per l’utilizzo di siffatto istituto. L’analisi deve prendere le mosse dalle disposizioni che regolano l’esdebitazione nella attuale legge fallimentare, quale premessa funzionale ad alcuni passaggi logici. Il richiamo, va in primo luogo al concetto-aperto della meritevolezza richiesta i) per il discharge dell’imprenditore – artt. 142 ss. L. Fall. –; ii) per l’accesso al Piano del consumatore – L. n. 3/2012 [3] e artt. [continua ..]
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2. Evoluzione e trasformazione dell’esdebitazione
La “Riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali” – D.Lgs. n. 5/2006 – ha esplicitato il binomio esdebitazione-meritevolezza: per la prima volta nel nostro sistema concorsuale, è stata introdotta la “esdebitazione” dei crediti non soddisfatti nel fallimento dell’imprenditore. Il dato che occorre subito segnalare è che la meritevolezza, soppressa quale requisito per l’omologa del concordato preventivo [17] e della vecchia Riabilitazione civile [18], diviene ora presupposto per ottenere altra e diversa utilità: la “liberazione dai debiti residui”. Non sorprende che, seppur con diverso fine, si fa rientrare dalla porta, quanto si era “buttato” fuori dalla finestra, quasi a confermare che la legge dell’insolvenza non possa funzionare prescindendo da tale clausola, non possa emanciparsi da valutazioni legate alla meritevolezza delle condotte. Dalla prima forma [continua ..]
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3. La meritevolezza quale requisito per la liberazione dell’imprenditore dai debiti residui
Quanto abbiamo anticipato, in limine, consente ora di illustrare quale significato si è attribuito al presupposto della meritevolezza e quale ruolo esso ha svolto in questo ventennio di applicazione dell’istituto esdebitativo. Le modifiche, recenti e non, ampliando l’originario ambito soggettivo ed oggettivo dell’istituto, richiedono un’analisi orientata a comprendere come queste “aperture” normative abbiano modificato il collegamento tra meritevolezza ed esdebitazione originariamente pensato dal legislatore fallimentare. L’analisi ermeneutica deve prendere le mosse dall’art. 142 L. Fall. ove si definisce l’esdebitazione come un vero e proprio beneficio per l’imprenditore che dimostra di essersi onestamente “impegnato” per la buona riuscita della procedura concorsuale [34]. Tuttavia la definizione richiamata mal celava i reali interessi sottesi all’introduzione dell’istituto; la stessa [continua ..]
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4. Meritevolezza e “misura” del soddisfacimento dei creditori. (In-)sussistenza di una soglia “minima” di adempimento
L’ambigua espressione utilizzata dall’art. 142, 2° comma, “qualora non siano stati soddisfatti, neppure in parte, i creditori concorsuali”, ha posto una serie di interrogativi di non poco momento. Oltre a dover chiarire quale debba essere la consistenza di siffatta percentuale, è stata altresì problematica la individuazione di quali siano i creditori considerati dalla norma: è necessario un soddisfacimento parziale di tutte le “categorie” di creditori o è sufficiente anche l’adempimento parziale di alcune di esse? La legge fallimentare, al pari di quanto prevedeva per la riabilitazione, àncora l’esdebitazione alla chiusura della procedura, senza discriminare però tra i casi di chiusura per mancanza di domande al passivo o per esaurimento del passivo. La giurisprudenza di merito è stata profondamente divisa tra interpretazioni contrapposte e solo recentemente si è compattata nel [continua ..]
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5. Rilevanza sistematica del periodo di riferimento temporale per valutare la meritevolezza
La postulazione espressa in chiusura del paragrafo precedente deve, ora, essere più compiutamente dettagliata. Va verificato infatti se l’accertamento dei requisiti identificanti la meritevolezza possa essere circoscritto alla mera verifica del “comportamento” del debitore nel contesto temporale dello svolgimento della procedura concorsuale o debba considerare anche la condotta e le condizioni economiche del debitore al momento del sorgere dell’obbligo o, piuttosto, l’adeguatezza del fabbisogno finanziario in relazione all’attività intrapresa. Invero, la meritevolezza richiama “naturalmente” una valutazione concernente la capacità restitutoria, anche solo potenziale, dei debiti assunti. Qualora, nel dare “contenuto” alla clausola, ci si limitasse a vagliare la mera condotta endo-concorsuale del debitore, risulterebbe, se non altro, incongruente un decreto di esdebitazione che produce “effetti [continua ..]
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6. L’esdebitazione nel nuovo Codice della Crisi: la disciplina degli artt. 278-283 c.c.i.
Nel tracciare i lineamenti di questo percorso volto a dare contenuto alla clausola della meritevolezza, si è fin qui avuto modo di accertare l’unitarietà della ipotesi esdebitativa; la emanazione del Codice della Crisi richiede ora di vagliare se la “moltiplicazione” delle ipotesi esdebitative rimette in discussione questo risultato, modificando l’assetto del binomio esdebitazione-meritevolezza. Il nuovo Codice ha definitivamente concluso il lungo percorso che trasforma la procedura fallimentare da sanzione (su iniziativa anche ufficiosa) ad opportunità per la ristrutturazione dei debiti e per conseguire la liberazione da quelli che non si riescono a pagare. L’indubbio processo di ammodernamento complessivo della disciplina ha predisposto un assetto che, nell’ambito del generale declino della tutela esecutiva, dà atto, fra l’altro, della inefficacia dei tradizionali rimedi liquidatori per il superamento della crisi [continua ..]
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7. La meritevolezza come clausola per il buon funzionamento del diritto della crisi, dell’insolvenza e del sovraindebitamento
I richiami volti a contestualizzare il binomio meritevolezza-esdebitazione hanno consentito di iniziare a tracciare alcune modalità funzionali della meritevolezza quale unitario concetto-aperto che media tra istanze dei creditori e scelte di politica economica, affidando al giudice il compito ermeneutico di individuarne il contenuto precettivo concreto, quale punto di equilibrio delineato astrattamente dalla norma. Si è cercato di esporre, per grandi linee, il punto di arrivo di un processo di traslazione della meritevolezza che da condizione soggettiva, fulcro del sistema di funzionamento delle c.d. procedure minori prima della riforma organica del 2005, diviene oggi il perno del sistema delineato nel Codice della Crisi. Lungi dal costituire solo criterio di valutazione postuma dell’operato o condizione per l’ammissione a determinati benefici, la meritevolezza diviene presupposto per l’agire del debitore oltreché del creditore e di tutti i [continua ..]
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